Finalmente abbiamo un Governo. Il Governo del cambiamento, così è stato definito a più riprese, ma più che del cambiamento la prima immagine che ci consegna è quella della vecchissima politica.
Un’alleanza fatta col manuale Cencelli e con i tecnici
Tutto è nato con l’insediamento del nuovo Parlamento: Lega e Cinque Stelle si sono spartiti tutte le poltrone possibili (con un’unica eccezione, la presidenza del Senato). Questori, commissioni speciali e chi più ne ha più ne metta.
Siamo passati poi alla pantomima: per più di 80 giorni Di Maio e Salvini hanno giocato con le Istituzioni, arrivando a comporre infine un contratto di governo difficilmente realizzabile. D’altronde in campagna elettorale ne hanno fatte di promesse. E’ giusto ora testarli sui fatti.
Certo è che gli insulti a Mattarella sono stati davvero vergognosi. Quello stesso Mattarella a cui saranno a fianco il 2 giugno durante la Festa della Repubblica, festa che per alcune ore era diventata, per qualcuno, la festa contro le Istituzioni e quindi contro la democrazia.
La mossa del nuovo Governo però ha fatto cadere anche gli ultimi altarini: non era Savona il vero problema, ma probabilmente qualcosa di folle che i due scolari delle Istituzioni, Di Maio e Salvini, volevano portare avanti: l’uscita dall’euro. Un’uscita che porterebbe tutti gli italiani, sia chi li ha votati, sia chi non li ha votati, in grandissima difficoltà economica e l’Italia stessa nel baratro. Ora Savona è stato spostato in un dicastero più o meno secondario, quello delle Politiche europee, e tutto va bene. Mattarella ora è diventato un bravissimo presidente della Repubblica.
Non si gioca però con le Istituzioni.
La speranza
Non ci resta quindi che vedere cosa verrà attuato dalla coalizione giallo-verde. Spero per il Paese che il governo del cambiamento sia reale e non solo a parole e soprattutto che vi sia un grande aiuto per le fasce più deboli, partendo da politiche specifiche per il sociale. Non si deve dimenticare poi l’ambiente e il lavoro, così come l’istruzione pubblica. Solo andando a riformare queste tematiche il nostro Paese potrà competere a livello internazionale e garantire il benessere ai cittadini.
Ora chi per anni ha urlato inutilmente può portare avanti, giustamente e democraticamente, le proprie idee. Vediamo se per anni è stata sprecata inutilmente aria o se invece avevano ragione.